È tutt'altro che scontato giudicare le decisioni di un Top Manager come determinanti. Si tratta di frutti di combinazioni dove quello che ne qualifica il successo è, il più delle volte, l'interpretazione che le si applica e lo si fa in genere in seguito o non di rado a priori, qualsiasi cosa accada, per la "reputazione obbligata".
Diverso è il caso di quelle decisioni conseguenti a situazioni improvvise, quelle che vanno prese immediatamente e che devono funzionare. È un luogo comune dire che alcune squadre (è frequente sentirmi dire ad esempio della nazionale italiana di calcio) rendono meglio quando hanno l'acqua alla gola, o si trovano alla disperazione. Gli studi di Weick e Sutcliffe (e di Resnick in passato) mostrano come in casi di intervento tempestivo le organizzazioni veramente efficienti ed efficaci non seguono una catena di comando lineare, ma piuttosto uno "sciame decisionale" in cui a decidere sono figure che occupano gangli strategici al di là della loro posizione gerarchica (la maggior parte dei decisori non ha neppure una carica).
Questo vuol dire che le scelte strategiche hanno una valenza politica riferita alla pura e semplice gestione del potere. Detto in altri termini, la maggior parte di quelle che definiamo decisioni sono piuttosto espressioni di volontà, scelte di potere, configurazioni di forze… quello che si vuole, ma non "decisioni". Di quelle si occupa, non tutta, ma piuttosto la parte più reattiva e specializzata dell'organizzazione. In molti casi ad intervenire non sono neppure le persone preposte, ma piuttosto quelle che giocano un ruolo riconosciuto dall'intero gruppo per autorevolezza e identificazione comune immediata.
I modelli che i nostri Top Manager si raccontano e ci raccontano sono persuasivi e autocompiacenti, ma ben poco hanno a che fare con il "decidere". A saperlo fare o meno è la salute dell'impresa ed è lì che si scopre il valore e la qualità del lavoro fatto dai leader per crescere un gruppo in grado di reagire alle situazioni decisionali. Anche questa, però, è una situazione determinata da una disseminazione della leadership, piuttosto che nella sua concentrazione in una o poche persone.
Dovremmo rivedere le nostre rappresentazioni dell'autorità e dei manager: quelle che ci sono hanno fatto il loro tempo, e da molto!
-- Postato con BlogPress dal mio iPad
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