27 gennaio 2010

iPad: quando il saggio indica la luna lo stolto guarda il dito




Il nome è stato il primo a girare (escluso iTablet che risale ad almeno un anno prima dell'uscita dei primi netbook.
L'hardware è più o meno quello che si sapeva, mentre il software ci riserva qualche sorpresa.





Ma il vero genio sta in tre parole: a risalire per importanza:
- la comunicaIone: nessuno sa presentate le proprie creature come Apple. Hanno venduto l'uso, non l'oggetto, parlando la lingua di tutti con chiarezza esemplare.
- il marketing: l'oggetto più economico costa meno di un iTouch, quello più costoso meno di un iPhone. Ma il vero guadagno sta nell'indotto che ripeterà notevolmente amplificato il fenomeno dei primi iPod, oggi in caduta libera.
- L'ecosistema: ogni prodotto che fa, Apple vende Apple, il suo modo di pensare, i suoi evangelisti, la sua filosofia, i suoi clienti affezionati; ma soprattutto un mondo già pronto per l'uso. Contratti finiti con i maggiori tabloid USA, le cui vendite sono garantite dall'appeal del prodotto e quelle del prodotto dal prestigio del giornale. Lo stesso vale per riviste, libri, film, TV, telefono, videogiochi. E tutti con i nomi più importanti.




C'era qualcuno che voleva qualcosa che somigliasse ad un ebook a basso prezzo anche se valeva poco. Apple sta vendendo a basso prezzo qualcosa che vale molto. Perché? Lo stolto pensa di avere comprato il prodotto; il saggio sa che quello che è stato venduto è Apple. Non un satellite, nè un pianeta e neppure una stella: una galassia.
Agli altri non rimane che mendicare al solito misero indotto aziendale che fa sempre più fatica a comprare e ancor meno a pagare, ma in compenso non è certo interessata ad innovare.




Chi vuole vederlo può sempre recarsi su:
http://www.Apple.com/ipad
E probabilmente fra non molto
http://www.Apple.com/it/ipad


Speriamo che 3Italia sia pronto all'offerta per il modello 3G. Non perdete di vista Twitter o Facebook.

23 gennaio 2010

È nato "Il Franti"

Come promesso è nata la pagina Facebook dedicata all'apocalisse dell'apprendimento e alla militanza clandestina dei nostalgici della formazione e dell'intelligenza non combinatoria (ovvero di quando i computer erano strumenti stupidi delle persone e non strumenti ancora più stupidi dei sempre più stupidi computer); nostalgici dei boiardi ingordi ma sazi della loro parte…
Vorrei aggiungere che dedico la nascita di questa pagina a Giorgio Gaber (e inevitabilmente a Luporini), a titolo simbolico di uno dei tanti che ci aveva avvertito con parole fra le più belle.

Non mi resta che dirvi come e questo ve lo metto qua sotto:

Il Franti | 


P.S.: So che molti vedono in Facebook il grande fratello. Mi permetto di dirvi: "Dormiglioni!!! Il grande fratello è superato! Siamo già nel mondo di Terminator, o di Matrix e il clone di quello che fu l'orweliano 1984 è già impiantato nell'avatar che siede accanto a te in ufficio, che insegna a tuo figlio (e alle volte lui stesso), nel tuo vicino di casa, il lattaio… e il delatore ti guarda dalla pupilla polifemica del nulla imbecille in cui è imbevuta ogni molecola del mondo attorno a noi. Per essere meno prosaici, anche se vai in un'isola deserta tutti possono sapere cosa fai. L'unica speranza che hai è di non interessare loro.

Ma questo non è poco: è un buon punto di partenza su cui lavorare!

Dove?

Ma su "Il Franti", naturalmente, se ti resta ancora un po' di fiato dopo questa macerazione fermentata del frullato dei tuoi gabbaisisi (citazione camilleriana).

Rileggiamo Schumpeter

Rileggiamo Schumpeter; Mentre nella grande impresa capitalistica il ruolo dell'imprenditore, creativo e diretto all'innovazione, verrà sempre più sostituito dalla mentalità burocratica e tendente all'immobilismo dei managers, nella società si affermeranno, ad opera degli intellettuali, valori contrari allo sviluppo capitalistico, facendo sì che i capitalisti stessi prima si vergognino del proprio ruolo ed, infine, rinuncino ad esso. A quel punto, una qualsiasi forma di socialismo sarà inevitabile sbocco al capitalismo monopolistico ed alla sua eutanasia. Il passaggio al socialismo non avverrà, infatti, a mezzo di una rivoluzione violenta, come profetizzato dai marxisti e realizzato dai bolscevichi, ma con un processo graduale, per vie parlamentari - ogni accelerazione rivoluzionaria, come quella sovietica, avrebbe unicamente causato innumerevoli lutti - e darà vita ad un sistema socialista compatibile con la democrazia, in cui si vedrà la concorrenza di gruppi corporativi, non più regolata dal mercato, bensì dallo stato.

Siamo su Facebook!!!

Pathledge - Psicologia del portale



Non è la stessa cosa di Personal Coaching,
Ho scelto di inserire su FaceBook una sorta di Rivista critica sui trend dell'organizzazione e dei comportamenti legati a tutto quanto fa Web.
Si richiama ad un mio sito e pertanto l'ho battezzata "Pathledge - Psicologia del Web" e penso che per molti di noi di Personal Coaching possa essere interessante.

Il mio invito è: appropriamoci di FaceBook! È ora di farlo e di smettere di fare i soliti snob pre-moderni (non è un refuso) e tiriamoci su le maniche.
Mai come ora serve la creatività dei pochi che ne hanno ancora di vera e non di pre-manipolata!

Comunque, se non vi fa proprio schifo iscrivervi (e la maggior parte - lo so - lo sono) fatelo con il badge in alto.

Se poi vi interessa qualcosa di analogo sulle nuove forme dei media ispirati, manco a dirlo da Apple, c'è anche la pagina di "iTouch-0-Logy". Cito anche per gli amici che all'occorrenza sanno anche avere la pazienza di capirmi e ogni tanto perdonarmi l'istintività, la mia pagina personale, "L'eremita". Di queste due trovate i Badge per accedervi o iscrivervi qui sotto.

Ma prima, ancora un secondo, vorrei anticiparvi un'iniziativa che nascerà forse per qualche ora, questa sì, più vicina a Personal Coaching, nata da un moto dell'animo del caro amico Umberto Santucci e che ha riverberato immediatamente in me, del tutto in sintonia con le sue parole. Spero che non me ne vorrà se estrapolo alcuni passaggi della mail:
«Vogliamo organizzare in rete una rivolta dei formatori? Al grido di "basta con la formazione presa in giro, mettici una pezza, fai formazione quando non sai che altro fare!". Con la filosofia che formazione senza cambiamento è inutile, formazione con cambiamento è pericolosa perché fa tremare le gerarchie. Quindi va fatta in base a obiettivi di cambiamento e strategie per raggiungerli, con piena coscienza dei rischi di cambiamento sistemico che si corrono.
Il koan potrebbe essere quello dell'allievo di Bodidharma che si taglia il braccio per mostrare la sua motivazione a farsi accogliere dal maestro.
Diceva Piero Trupia in un suo seminario di aver detto alla Fiat: "se non volete che scricchioli la carrozzeria delle nuove vetture, dovete far scricchiolare il management".»

Già questa provocazione potrebbe aprire dibattiti di tutti i tipi e probabilmente comunque sani. Ad esempio, la mia risposta:
Hai proprio ragione. Infatti da molto tempo, se credo sempre più che gran parte dei sostantivi ontologici si facciano facilmente risalire all'apprendimento, oramai non credo pi� ad alcun "argomento".
L'apprendimento fa invece binomio con un altro sostantivo: volontà. Da soli i due bastano a spiegare tutto, specie se corredati da un pugno di qualità/vizi capitali: intelligenza/stupidità; modestia/presunzione; gentilezza/arroganza;saggezza/sconsideratezza; austerità/ingordigia.


Nel corso del week end vi invierò un analogo invito.

Per ora, ecco i Badge delle altre due pagine.

A presto.

iTouch-0-Logy



L'eremita - Tracce di Ennio Martignago

22 gennaio 2010

Duetto di ordinaria follia

Telefonata al 133.

Voce che parla in lingua sconosciuta; io: "Pronto?"; lui "Sì, middica sìgnore"; "Guardi, io ho sia un INQ Chat che un Nokia e oggi da qui non funziona Internet"; lui: "Ma il telefono l'ha comprato da 3?"; io: "eh, certo, visto che lo fate solo voi e lo vendete solo voi"; lui: "ah, allora ha guardato se non ha messo la scheda di un altro operatore (pronunciato in un modo incomprensibile)?"; io: "Che ha detto? (d'ora in poi questa domanda non la riporto più perché mi tocca rifarla ogni 3 secondi e ogni volta che lo chiedo cambia frase, dicendo altro); lui ripete; io: "ma si rende conto o sta scherzando?"; lui: "Le consiglio di andare in un negozio tre a portare a riparare il telefono"; io: "Guardi che il telefono va benissimo: è internet che non va!"; lui: ma ha provato ad andare su Internet"; io "sì come quella del cappuccino e la briosche..."; lui: "si signore, se non ci è andato le spiego come si fa".

La discussione che viene qui riportata sorvola su un'infinità di passaggi simili se non peggiori, fino a che non decido di tagliare corto: "Guardi, a me basta che lei segnali che qui a Torino dev'esserci un disservizio almeno dalle celle da cui chiamavo in modo che qualcuno provveda; poi mi arrangerò in qualche modo, perché con questa telefonata ci sto lasciando un capitale"; lui: "ah lei è di Roma?"; io: "no, che centra, le ho detto Torino"; lui: "Ah, no, avevo capito la capitale"; comunque io segnalo che il telefono che mi chiama non funziona. La ringrazio di avere chiamato il Servizio Clienti 3! (stavolta pronunciato abbastanza chiaramente e con tono affettuosamente rassicurante)"

Qualche chilometro dopo spengo e riaccendo e il tutto torna a funzionare.

Oggi, quando riaccendo, trovo un certo numero di messaggi in segreteria. Tutti ripetevano, IN SEGRETERIA TELEFONICA: "se è disposto ad aiutarci a migliorare il servizio clienti digiti 1".
Io digito 1.
Risponde: "Messaggio cancellato. Secondo messaggio". Idem.

Sono con tento... tento-tento-tento, ma tanto... tanto.tanto.tanto.

Se i miei professori del liceo avessero saputo che sarebbe andata a finire così, almeno ci avrebbero lasciato passare le giornate a farci le canne in classe dalla sera ala mattina, mentre loro si sarebbero idrovorati interi bomboloni di narghilé.

Forse oggi saremmo riusciti a capire meglio il mondo in cui viviamo.