22 gennaio 2010

Duetto di ordinaria follia

Telefonata al 133.

Voce che parla in lingua sconosciuta; io: "Pronto?"; lui "Sì, middica sìgnore"; "Guardi, io ho sia un INQ Chat che un Nokia e oggi da qui non funziona Internet"; lui: "Ma il telefono l'ha comprato da 3?"; io: "eh, certo, visto che lo fate solo voi e lo vendete solo voi"; lui: "ah, allora ha guardato se non ha messo la scheda di un altro operatore (pronunciato in un modo incomprensibile)?"; io: "Che ha detto? (d'ora in poi questa domanda non la riporto più perché mi tocca rifarla ogni 3 secondi e ogni volta che lo chiedo cambia frase, dicendo altro); lui ripete; io: "ma si rende conto o sta scherzando?"; lui: "Le consiglio di andare in un negozio tre a portare a riparare il telefono"; io: "Guardi che il telefono va benissimo: è internet che non va!"; lui: ma ha provato ad andare su Internet"; io "sì come quella del cappuccino e la briosche..."; lui: "si signore, se non ci è andato le spiego come si fa".

La discussione che viene qui riportata sorvola su un'infinità di passaggi simili se non peggiori, fino a che non decido di tagliare corto: "Guardi, a me basta che lei segnali che qui a Torino dev'esserci un disservizio almeno dalle celle da cui chiamavo in modo che qualcuno provveda; poi mi arrangerò in qualche modo, perché con questa telefonata ci sto lasciando un capitale"; lui: "ah lei è di Roma?"; io: "no, che centra, le ho detto Torino"; lui: "Ah, no, avevo capito la capitale"; comunque io segnalo che il telefono che mi chiama non funziona. La ringrazio di avere chiamato il Servizio Clienti 3! (stavolta pronunciato abbastanza chiaramente e con tono affettuosamente rassicurante)"

Qualche chilometro dopo spengo e riaccendo e il tutto torna a funzionare.

Oggi, quando riaccendo, trovo un certo numero di messaggi in segreteria. Tutti ripetevano, IN SEGRETERIA TELEFONICA: "se è disposto ad aiutarci a migliorare il servizio clienti digiti 1".
Io digito 1.
Risponde: "Messaggio cancellato. Secondo messaggio". Idem.

Sono con tento... tento-tento-tento, ma tanto... tanto.tanto.tanto.

Se i miei professori del liceo avessero saputo che sarebbe andata a finire così, almeno ci avrebbero lasciato passare le giornate a farci le canne in classe dalla sera ala mattina, mentre loro si sarebbero idrovorati interi bomboloni di narghilé.

Forse oggi saremmo riusciti a capire meglio il mondo in cui viviamo.

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