"La realtà è che numerosi e persistenti problemi di natura tecnica stanno preoccupando molti utenti informatici - ha continuato lo studio - provocando in loro un'angoscia e uno stato d'ansia non certo necessari". Secondo i dati, il 94 per cento degli intervistati ha ammesso di provare un senso di dipendenza dai propri apparecchi tecnologici. Inoltre, i due terzi degli utenti avrebbe sperimentato quella che lo stesso studio definisce Computer Stress Syndrome (CSS).
http://punto-informatico.it/2870653/PI/News/usa-sindrome-stress-informatico.aspx
La verità è che nessuna delle scienze umane ha preso una posizione seria sui mutamenti del concetto di persona e di habitat intervenuti con l'informatica. Si fa di tutta l'erba un fascio essendo tipico della media di psicologi, sociologi, medici avere della materia che ormai declina in una moltitudine di pluralità solo un'informazione per sentito dire.
Gli SMS sono un fenomeno, Office un altro, un ERP un altro ancora. Quanti psicologi sanno che cos'è un ERP, un CRM o chi usa un knowledge base system?
Rispetto al verso citato ho già sottolineato che la patologia del momento è la cultura e la mentalità procedurale che sta impoverendo l'intelligenza e forse lo stesso cervello umano. Le tecnologie non possono prescindere dalle procedure essendo la programmazione stessa composta di questo materiale.
Tuttavia esistono due usi delle tecnologie: quelle che spostano la procedura nell'elettronica per rendere libera la persona e quelle che traducono l'esistenza e il lavoro in intrecci di procedure moleste che infestano l'ambiente portandolo ad essere meno vivibile di una via del centro in ora di punta alla guida di un TIR.
Creando il mito del computer cattivo si fa ad esempio sfuggire i top manager dalle loro innegabili responsabilità di genocidio intellettuale e i tronfi funzionari delle amministrazioni pubbliche delle loro incapacità di creare occasioni di socialità esterna imparando ad usare le occasioni sociali del web invece di creare costose impalcature di tipo top-down autoreferenziali.
Non i computer ma la congiura fra bourocrazia e grandi corporation sono i responsabili di una frustrazione e di un impoverimento sociale e intellettuale del quale il computer finisce per essere lo strumento di morte o di fuga a seconda di come lo si IMPARA a sfruttare.
Impariamo a diventare hacker per il top management e per i funzionari pubblici (oltre che per i parassiti accademici di questi studi anti-epistemologici)!!!
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