Si evoca questa figura con invidia, talora con derisione, altre volte con rabbia...
Ma chi "manager" viene chiamato per lavoro ha sempre più dubbi sul suo ruolo.
Paolo aveva deciso:
"Il manager non esiste. Non so neanche più se sia mai esistito veramente. Ora, di certo non esiste più. Siamo tutti esecutori di un gioco fasullo. Ci dicono che dobbiamo preparaci per avviare grandi iniziative, mentre segretamente stanno svuotando i cassetti e comprando i biglietti per i tropici. Sono abituato a contare solo sulle mie forze, ma ora questa solitudine mi è nuova. Non ci sono preparato. Non so come affrontarla".
Il ruolo debole rende difficile un'identificazione fin troppo spesso artificiosa.
Questa precarietà, questa debolezza però è anche la scoperta di una nuova libertà.
La libertà è anche scoprire la propria solitudine.
Spesso è proprio questa condizione dimenticata a essersi risvegliata alle spalle della nuova solitudine di quel manager che non sei.
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