La chiusura del sito russo AllOfMP3 ha segnato una vittoria della lobby delle major discografiche sugli intraprendenti birboni che emulavano iTunes. Finché la Russia esporta crudeli mafiosi niente di male; se poi sono immigrati irregolari che non pagano le tasse, ma che fanno concorrenza ai disoccupati italiani altrimenti "strapagati", ben venga. Tanto in tutti questi casi chi paga è sempre Pantalone.
Ma se un preside siberiano osa installare Windows su quattro computer di scarto occidentali gli si fa causa per una cifra corrispondente ad anni del suo lavoro. Se poi si mettono a vendere musica on-line, allora prima si muovono i gestori di carte di credito che bloccano le transazioni e poi si mette il punto come condizione per la partecipazione della nazione intera ai forum economici internazionali.
La vexata questio riguarda i diritti d'autore. Sappiamo come le risorse intellettuali di Internet siano talmente libere che si creano contratti aperti appositi. Lo stesso non vale per i grossi nomi su cui le case discografiche investono perché entrino nel cervello di noi vecchi radiofili e dei nostri figli mitomani e gadgettari. I diritti di autore di chi sta scrivendo adesso, infatti, non interessano a nessuno e a me per primo. Neppure per il traffico dei film si è fatto tanto.
Il ragionamento è più o meno il seguente:
russi: - io compro un disco a casa mia dove, una volta che l'ho comprato, ho il diritto farne quello che voglio, compreso rivenderlo.
discografici: - i prodotti protetti dal copyright di casa nostra li possiamo vendere solo noi anche a casa vostra.
cliente: - visto che il mercato è globalizzato, e in quanto cittadino italiano ne pago tutti gli incomodi, non solo gli imprenditori, ma io per primo ho diritto a comprare dove più mi conviene.
Il ragionamento che ha vinto è, ovviamente, quello dei discografici che sono riusciti a realizzare un embargo a livello di Cuba o di Iraq nei confronti dei Russi.
Che bravi! Soprattutto, che stupefacente dispiego di Potere!!!
Il corollario è che se per la legge del paese dove viene prodotto e commercializzato il pezzo è proibita la rivendita, deve esserlo anche all'estero: ovvero il diritto d'autore (se qualcuno crede ancora che sia questo ad essere in ballo) di casa nostra vale anche nelle transazioni all'estero.
Regionamento per assurdo: ma se è così, lo stesso dovrebbe valere per i prodotti progettati nel nostro paese che dovrebbero essere realizzati qui, invece che all'estero; e ancor di più, se esiste un diritto del lavoro in Italia dovrebbe essere proibito agli imprenditori di fare affari con paesi che non rispettano le stesse condizioni economiche per il lavoro e gli stessi diritti dei lavoratori.
Due pesi due misure? Semplicemente il lavoratore e il cittadino senza grandi poteri non vale molto e sicuramente vale meno di una canzonetta (visto quello che deve costare proteggerla).
Ancor più semplicemente ha ragione Alain Touraine quando, dopo aver notato che nella nostra società solo il 15-20% degli scambi (leggi borsa) ha a che fare con la produzione di beni o servizi, aggiunge che quella della globalizzazione è solo una mistificazione fraudolenta nei confronti della democrazia che maschera il fatto che l'attuale sistema economico e di potere transnazionale è anti-democratico. Afferma infatti che la nostra attuale idea di Globalizzazione non è altro che il concetto che tra l'800 e la metà del '900 veniva chiamato Imperialismo!!!
Nel mondo di oggi la resistenza residua agli uomini del business imperialistico trasversale potrebbe spettare solo più i tecnici, ovvero ai portatori di competenze che avrebbero il potere di chiudere gli scambi con i commerciali imperialistici e con le imprese serve e parassite.
E visto che queste affermazioni non escono da un black-block, ma da una delle più storiche menti liberali del vecchio continente, che cosa potrebbe succedere se finisse in mano a qualcuno più irretito per il quale questo Imperialismo potrebbe essere ridefinito "Potere delle Plutocrazie occidentali governate da una lobby raziale"? E se costui trovasse tutta l'attenzione di una popolazione stanca del fatto che i propri diritti valessero infinitamente meno di un pugno di canzonette?
Tutto torna! Se toccato all'Imperialismo di ritornare sotto mentite spoglie, ora a chi potrà toccare mai?
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