Lo stesso potrebbe accadere se la minaccia delle tempeste magnetiche si dovesse rivelare fondata. La terziarizzazione sta spingendo rapidamente strumenti e contenuti in erogatori centrali, i famosi Cloud. Uno dei principali ispiratori e progettisti di questo modello è Ray Ozzie, una delle migliori menti cibernetiche, che da poco ha abbandonato la sua posizione di vertice di Microsoft sostenendo che siamo all'alba di un giorno nuovo in cui bisogna lavorare a nuovi paradigmi di semplificazione. Siamo troppo dipendenti da modelli che oramai lavorano solo per innalzare complicazione e inflazione informativa il più delle volte indifferente al principio della realtà.
Per non finire devastata, azienda deve sostituire l'automazione con la semplificazione che stiamo scoprendo essere due cose profondamente diverse: l'automazione rende geometrica l'escalation dell'informazione, ma non serve assolutamente a produrre significato che non sia standardizzato e, in quanto tale, privo di valore aggiunto. Questo deve venire gestito dalle persone che spesso si trovano a tradurne in eccedenza quando la maggior parte di esso è irrilevante. Se hai solo un martello per ragionare sei costretto a trattare tutti i problemi come chiodi! - banalizzando l'esistenza e perdendone la governabilità. Non ci sarebbe stato bisogno di arrivare fino a qui per capirlo. Lo psicologo premio Nobel per l'economia faceva l'esempio di un caso degli anni '60 quando delle sedi diplomatiche lamentavano le scarse risorse per trattare l'aumento di dati e informazioni conseguente l'informatizzazione. Laddove il consulente spingeva per uno snellimento delle informazioni alle sole dotate di rilievo si arrivò a decuplicare le risorse con la conseguenza che la crescita di informazioni conseguita in un lustro si decuplicò in alcuni mesi. Il modello attualmente meno meccanicista è probabilmente quello di Apple, sia perché si ispira ai principi dei cibernetici (da Wiener a Bateson, Doug Engelbart, Alan Kay…) che spingono allo sviluppo basato sulla crescita della persona umana invece che su quello dei suoi averi che si realizza con la clonazione automatizzata, sia perché è l'azienda più zen della nostra storia, essendo Steve Jobs seguace del precetto che si evolve implementando nella sottrazione, rinunciando a quanto non è indispensabile e potenziando quello che viene più usato e rende di più. Rimaniamo comunque ben lontani dal cambiamento di paradigma che servirebbe oggi.
La parte pessimistica del discorso è che per farlo non si può partire dai sistemi: questi per rinunciare all'entropia dovrebbero fare Hara-Kiri e non avverrà mai. Bisogna partire dal quotidiano. Questo non lo cambiano i generali, ma i sergenti indifferenti alla carriera. Non si tratta di buttare alle ortiche quanto realizzato finora gettando il bambino assieme all'acqua sporca, ma di deflazionare la dipendenza dall'informazione e dalla comunicazione elettronica. Facciamo alcuni esempi pratici.
1) Oggi buona parte dei compiti e dei programmi di lavoro passano attraverso la posta elettronica. Sono generalmente mal scritti con allegati organizzati per slides (nome in codice : "ti mando un pauerpoint!"), con citazioni infinite di altri messaggi tipicamente di altri argomenti e chi li riceve non li capisce, spesso fraintende porta avanti il lavoro male, ma lo inoltra in CC ad altri colleghi che quindi lo proseguono male. Tuttavia, non essendoci più risorse di tempo e personale non si discute né in corso d'opera, né all'inizio, ma neppure alla fine: ci si tiene i lavori mal fatti e si dà il via a nuovi gruppi di progetto e nuove procedure.
Soluzione: ricorriamo alle e-mail con la stessa frequenza con cui si scrivevano e si spedivano le lettere. Ovvero solo quando è indispensabile: in genere a inizio e fine lavoro. Non spediamo in CC, ma andiamo a prendere le persone interessate e spieghiamo quello che alla sola persona responsabile è arrivato e organizziamoci parlando a voce. Poi verifichiamo con i colleghi di quando in quando, più volte nella settimana, come sta procedendo la loro parte. Il capo torni ad affiancare i collaboratori e a fare da coach.
2) Dirigenti e funzionari sono sempre più oberati nell'attività di produrre continuamente slide per questo non seguono più le persone, non riorganizzano, non esplorano soluzioni e il più delle volte non conoscono neppure i problemi reali, ma solo le loro rappresentazioni numeriche.
Soluzione: riduciamo l'impegno anche per i quadri; diventiamo meno dipendenti dalle proiezioni: un mio amico mi spiegava 15 anni fa di quando era andato in Cina e del fatto che i suoi compagni di viaggio giravano con le calcolatrici, mentre lui ragionava per stime e approssimazioni, negoziando a ogni piè sospinto riuscendo così a non farsi raggirare, pratica per la quale i locali erano notevolmente abili.
3) Le difficoltà aumentano e non vengono più gestite. Il più delle volte vengono segnalate inserendole in dei knowledge base mal digerite, dove nessuno andrà a correggerle e forse neppure a leggere, ma quando capiterà sarà ancora peggio perché si indicheranno errori o soluzioni mal spiegare come best practice combinando disastri.
Soluzione: lasciamo stare i computer come strumenti di secondo livello, o di riserva, e torniamo alla scuola, a insegnare il lavoro, a spingere sulla professionalità e verifichiamo le competenze. Andiamo in cantina e facciamo riaffiorare le bacheche, lasciando le piattaforme alle attività di segreteria. Nei corsi di formazione sostituiamo i proiettori di slide con le lavagne a fogli mobili, ma ancor di più all'eloquenza evocativa per potere arrivare alla fase di ascolto.
Più in generale, facciamo in modo di ridurre il periodo della giornata che un responsabile dedica al computer (in tutte le espressioni, dalla posta, alla documentazione, alle demo) a non più del 20% del suo tempo e troviamo il modo per rendere di valore qualitativo almeno il 60% del rimanente).- Postato con BlogPress per iPad
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