27 novembre 2010

Ancora su riforme e manifestazioni

Spargo un po' di pensieri molto personali sul tema delle proteste dei giovani, dell'istituzione scolastica e della cultura. Presunzione? E perché no?!

"Figlio mio, sono orgoglioso se difendi il tuo presente e fai rispettare il tuo futuro. Vorrei che questo fosse ben chiaro come premessa a tutto quello che segue. Una vita senza utopie è una vita da amebe e sprecare una vita è uno dei peggiori peccati capitali!"

"Nei miei ricordi non è la piazza che mi ha fatto crescere, ma la sua preparazione e la sua continuazione. Manifestare è la celebrazione festosa e/o rabbiosa del lavoro che l'ha preceduta, della riflessione e del confronto, dell'unione e della separazione, del pensiero e del cuore. Ti ci ritrovi? Se sì, insisti. Se no, ricomincia"

"Strumentalizzati? Non dire che non lo siete cascando nell'errore retorico della contrapposizione. Siamo tutti strumentalizzabili e strumentalizzati in ogni istante del giorno. È facile esserlo quando protesti come quando ti conformi. Se quelli che guadagnano grazie alla tua protesta però non sono lì con te in piazza quando protesti (magari perché così non perdono lo stipendio della giornata), allora un pensierino ce lo farei…"

" 'Lottare contro' è come lamentarsi per il piatto che si ha davanti con il rischio di finire per accettare il digiuno come unica alternativa. Se vuoi il futuro 'lotta per'! Sappi quello che vuoi, organizza le scelte combinando vincoli e risorse, individuando le priorità, avendo il coraggio di decidere tante rinunce: solo chi sa a cosa rinunciare può dire veramente di avere diritto di volere"

"La riforma Gelmini non è una vera riforma. Di buono ha che una volta tanto afferma che possiamo permetterci di cambiare (Andreotti diceva che ci sono due pazzi: quelli che si credono Napoleone e quelli che pensano di sanare le Ferrovie - cambiare la scuola? neanche i pazzi allucinano tanto). Il resto è un coacervo disorganico di pasticci. Molto probabilmente fallirà, ma in quel momento avrà raggiunto il suo vero obiettivo: distogliere l'attenzione dalla Finanziaria - anche se non si chiama più così. Questo più di tutto il resto è "non farsi strumentalizzare". Vuoi lottare? Lascia stare le pagliacciate e scegli come bersaglio la truffa economica che, non solamente un governo, ma una moltitudine di soggetti, un'intera generazione di egoisti intenta nei confronti della tua per poi aggiungere al danno la beffa di deridervi, magari chiamandovi 'bamboccioni', come potrai vedere, da uno scranno diverso, ma pur sempre dalla stessa anima nera!"

"Non sono gli insegnanti (magari due o tre per scuola, sì, ma non di più) a manifestare con voi, ma tanti precari: questo fatto ha molto meno a che vedere con istruzione e cultura e molto più con la negazione della crescita che vecchi benestanti perpetrano nei vostri confronti per vivere bene la loro vita fino all'ultimo, per la loro rabbiosa paura della morte, per il rifiuto della vecchiaia. I precari sono rimasti studenti: per questo sono a fianco a voi. Liberatevi assieme, ma per farlo dovete fare piazza pulita di questo modello economico"

"Perché le vostre manifestazioni fanno tanta simpatia fra i vostri genitori, al punto che in molti casi si mettono nei vostri panni, magari con qualche rigurgito nostalgico? Perché per una volta li liberate dal dilemma etico e politico. Possono parteggiare facile, proprio come fare il tifo, perché stare coi tuoi figli è facile e anche giusto. Perché stiamo vivendo in anni in cui complessità e complicazione ci rendono tutti impotenti: non si può mai fare una scelta senza portarsi dietro mille ragioni che la rendono impraticabile. Con la rivolta per la Gelmini sembra di essere tornati ai tempi della Grande Semplificazione: una volta tanto ai vostri genitori spunta l'opportunità di identificare il cattivo da una parte e il buono dall'altra senza problemi di coscienza - tanto più che quello che si va ad abbattere è stato messo lì proprio per quello scopo. Anche questa è una simulazione e aiuta a scaricare la rabbia e i sensi di colpa nei confronti del futuro dei figli"

"Alla fine, per esemplificare concretamente, non protestate contro la Gelmini e non occupate i monumenti… lottate per l'abolizione dei Provveditorati e di tutte quelle paludi che sono feudi burocratici mangia-soldi e mortificatori della cultura vera; sai quanta scuola finanzieresti chiudendo i soli Provveditorati?! Occupate i Provveditoriati, cacciate via a calci nel culo i dirigenti della Provincia e di tutta l'amministrazione pubblica che ci rovinano la vita e le scuole con essa per avere un pretesto per esigere soldi, come quei professori che non vogliono essere valutati nello stesso modo in cui i burocrati vogliono valutarli solo per creare occasioni di potere e guadagno per loro e per qualche loro amico o protettore"

"Infine, anche se quello che scrivo può essere troppo facilmente frainteso, ti dico: «Non difendete la Scuola. Distruggete la scuola!». Abbattete l'istituzione scolastica. Disvelate la mistificazione che si nasconde dietro il pretesto della Cultura. Nessuno di quelli che ci comandano hanno imparato dalla Scuola. Credi nella Cultura, ora e sempre di più, ma non credere che questa ti venga data da una struttura, da una procedura, da un'istituzione. Nella maggior parte dei casi è la Scuola ad esser stata l'antesignano della televisione nell'appiattire la Cultura intesa come conquista personale e sociale. La Cultura vera è la più importante arma per distruggere questa Scuola dissoluta, le generazioni che ha creato e con essa l'Istituzione scolastica in generale. Non decidere da che parte stare guardando la TV, leggendo i giornali o sentendo le chiacchiere da sala d'attesa dei cosiddetti adulti. Impara da come imparavano i classici, ricordando che lo sono diventati - Classici - solo perché non hanno mai avuto nessuna istituzione scolastica e prima di dire la tua, prima di credere che perché si chiamano anarchici quelli lo siano veramente, prova a leggere almeno qualche pagina di Ivan Illich: non era un professore, era uno spirito libero. Se devi imparare qualcosa cerca di capire che cosa vuol dire essere libero e diventare saggio appassionato e a farlo in mezzo agli altri anche quando sembra impossibile. Se la Scuola come luogo d'incontro te lo consente, forse qualcosa di quella vale la pena salvarla, altrimenti usala per imparare! Che cosa? Imparare come si eludono le istituzioni e si riconquista il diritto di vivere una vita propria e non vissuta per procura"

"Sono ogni giorno più vecchio, ma non smetto di essere curioso e affamato. Quietamente, ma libero dagli schieramenti, appassionato delle persone reali e per niente delle facili verità. Mettiti al posto della mia età solo per un attimo e poi prova a costruire il tuo presente per come vorresti ricordarlo. Di sicuro non andrà come vorresti (e sarà certo per il meglio), ma sarà più tuo e, soprattutto sarai più sereno nel dimenticarlo domani, una volta per tutte, assieme alla Gelmini e ai bamboccioni e alla Scuola e alla maggior parte dei professori, dei compagni e delle compagne. Cultura è liberarsi dalle regole e dall'attaccamento, lottare per quello che fa parte di te e solo per quello"

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