09 dicembre 2010

Di rivoluzioni, banche e calciatori

Nel suo blog "ParoleFattiPensieri", Vittorio Pasteris è fra i pochi a rimarcare l'eco cisalpina dell'outing dell'attore ex-calciatore francese Eric Cantona, che in un'intervista pubblicata in rete propone una strategia semplice e incruenta per dare il via alla rivoluzione facendo saltare il sistema: che tutti, tutti insieme, si tolga il proprio denaro dalle banche dove riposa a tutto profitto dei manipolatori multinazionali e dei loro sgherri amministrativo-politici.


Fortunatamente non esistono solo i social network, dove le comunicazioni scompaiono in men che non si dica, perché se l'avessi scritto solo là (dove peraltro mi sono permesso parole più forti) non potrei dimostrare

Le grandi banche, quelle che stanno pignorando le case dei disoccupati, dopo avere prosciugato le casse dello Stato per tamponare i guai degli investimenti sui future nelle banche delle lobbies americane e avere dato a piene mani alle grandi imprese per lasciare le piccole a farsi sbranare, prese nel sandwich tra Amministrazioni canaglie insolventi e mercenari aguzzini targati Stato con l'etichetta Equitalia, queste vergini di Norimberga non hanno atteso molto per fare presente che non avrebbero erogato più di duemila euro alla volta.

Lo stesso Cantona si è ben guardato dall'andare, come promesso, a portar via i suoi di soldi dall'istituto dove riposano, forse perché lui è uno di quelli che avrebbero più da perdere se saltassero le banche.

Tuttavia, esiste sempre una variante meno rivoluzionaria, diciamo così, "riformista" alla proposta originaria: che tutti i dipendenti, assieme al popolo della Partita IVA (quest'ultimo peraltro sempre più bersagliato da pubblicità e ricatti), andando ad informarsi di quelle che sono meno slegate dai poteri forti e dalla catena di santantonio degli Istituti, portassero via tutti insieme i loro conti correnti riposti nei grandi Istituti Bancari i cui nomi sono noti ai più, e li andassero a depositare in quelle poche, ma non inesistenti piccole casse di risparmio locali (perché proprio queste non possono iniziare loro una campagna pubblicitaria del tipo "questa banca è realmente diversa perché fuori dai circuiti della speculazione"?).

Che soprattutto i dipendenti togliessero l'accredito dei loro stipendi dalle Grandi Banche per portarli in quelle piccole. Quest'ultima operazione non può andare incontro a nessun ostacolo, né rischio per il risparmiatore ed è abbastanza rapida per essere realizzata subito. Il suo impatto non darebbe seguito certamente ad alcuna rivoluzione, ma farebbe saltare nervi e poltrone a tutto il meccanismo economico che regge questa nuova oligarchia finanziaria despotica che si fregia immeritatamente del titolo di "democrazia"!

Purtroppo, non essendo calciatore e neppure in pensione, la mia proposta è destinata a morire tra le virgole di questo blog, ma pur soltanto contribuire a rendere consapevole qualche amico e lettore degli strumenti che avremmo in mano per non farci soggiogare del tutto dal circo mediatico della politica e della "crisilogia" ritengo possa essere un buon farmaco antidepressivo anche per loro e una buona soddisfazione per chi scrive.
un certo anticipo sulla plaudibile proposta del calciatore francese. C'è da dire che, pur al tempo della rete e pur essendo la fonte in rete, certi messaggi arrivano solo se sei almeno un calciatore in pensione.

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