Appunti di uno psicologo delle organizzazioni e psicoterapeuta tra la riconquista della fiducia e la difesa dell'etica.
14 giugno 2010
Chi paga "L'economia sociale del lavoro"?
Menenio Agrippa, ovvero il seme della Caduta dell'Impero Romano d'Occidente.
Chi paga le avventure speculative del Top Management nostrano? I lavoratori italiani che sovvenzionano gli investimenti all'estero nella speranza che portino benessere a casa loro (ma che allargano solo la forbice fra ricchezza e schiavitù). La globalizzazione non è la causa, ma la copertura per creduloni di qualcosa di estremamente più semplice: l'ingordigia di pochi che per grassare sempre più infelici devono fare entrare nel gioco anche nuove ricchezze (indiane,russe, cinesi…).
Noi che paghiamo per questa finta democrazia dovremmo anche farci convincere che non vedere e non sapere che cosa succede nelle stanze dei grandi. Giocano con i simboli! Ci conducono in cattività con gli slogan e con i pretesti!
Stanno svendendo le conquiste di civiltà per le quali i nostri predecessori hanno pagato con la vita. Ci stanno convincendo che senza calcio, avanspettacolo e automobili non potremmo vivere e che per questo, oltre a comprare senza soldi dobbiamo anche sostenere chi vende con la scusa che altrimenti non ci danno i soldi per comprare quello che ci vendono.
Poi, quando pensano che la misura sia colma, scappano con la cassa.
Attenti: il futuro che rischieremmo di compromettere non ci riserverà nulla di buono se le cose stessero già come stanno. Quando avranno finito il loro lavoro non ci resterà che divorarci l'uno l'altro nell'indifferenza delle caste.
Credete sia esagerato? Vi sbagliate.
Quale soluzione: destituire i consigli di amministrazione e i top manager e riprenderci i soldi in banca per bruciare il combustibile dell'incendio che sta lambendo le nostre case.
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