06 giugno 2010

Internet Addiction

Si sa che i clinici, specie se statunitensi, hanno la passione delle etichette e delle procedure: poveretti, avrebbero bisogno di una cura per questa nevrosi. Altrimenti finiscono per imperversare con tormentoni quali quella delle Internet Addiction. Nessuno nega l'esistenza di fenomeni compulsivi (che sono poi quelle nevrosi in cui chi ne soffre non può evitare di ripetere sempre quella particolare azione - ma qui arriva il punto - dal momento che non la desidera razionalmente, in quanto gli fa del male o peggiora la qualità della sua vita.

Viviamo in un mondo sommerso da un amnios tecnologico, dai telefoni alle televisioni, e proprio pensando a queste due mi verrebbe da allertare per il rischio, che da tempo è una certezza, di forme degenerative di dipendenza. Tuttavia, trattandosi di un fenomeno ormai endemico, si tratterebbe di considerare troppe persone malate e soprattutto di rinunciare a business sicuri e strumenti di condizionamento sociale politicamente ed economicamente utili all'establishment.

C'è chi per rinforzare la credenza e magari pubblicizzare le proprie terapie (o anche solo per paura che il coniuge evada troppo) ci ha regalato una mappa che dovrebbe fare da cartina di tornasole per affermare quanto (perché chi legge i blog, Facebook o peggio ancora Twitter è segnato in partenza) ognuno di noi è malato.

…o è questa società ad essere patetica, ridicola e normativa?

Decidete un po' voi, guardando il tabellone qui sotto:






-- Postato con BlogPress dal mio iPad

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