11 marzo 2005

Coinvolgere e desensibilizzare

Due tendenze opposte si vanno facendo strada nella domanda di coaching.
La prima si riscontra soprattutto fra le medie e le medio-piccole imprese e si traduce in "richiesta di coinvolgimento". Si ha a che fare con gruppi costituiti per lo più da giovani con scarsa esperienza manageriale che mancano di senso di intraprendenza organizzativa e responsabilizzazione al cambiamento e al business. Raramente queste imprese possono contare su manager di mezza età e quando ci siano sono poco disponibili a fare da testimoni alle giovani generazioni. In genere a promuoverla è il vertice aziendale stesso, non di rado ridotto all'osso e obbligato a farsi carico di impellenze organizzative che si vorrebbero svolte da figure intermedie.
La seconda è ancora più interessante perché la si riscontra sempre più frequentemente e principalmente nelle organizzazioni di grandi e medio-grandi dimensioni. A esprimerla sono soprattutto i manager intermedi stessi e più in generale i colletti bianchi. Si traduce in un bisogno di desensibilizzazione. Frustrati da una perdita di valore del proprio ruolo e da una squalifica, sia in termini di soddisfazioni personali che di incidenza nelle politiche aziendali, pur cercando di tutelare la propria posizione di lavoro, si rendono conto che sta diventando per loro vitale smettere di nutrire aspettative dal lavoro e dalla responsabilità aziendale e chiedono pertanto di riuscire a disinvestire, a vivere la vita lavorativa in un altro modo - più disimpegnato e situazionista. Chiedono soprattutto un aiuto per organizzarsi il quotidiano spostando gli investimenti nel personale e nella vita extra-lavorativa, magari anche negli spazi e nei luoghi del lavoro, sviliti e declassati dalle strategie direzionali.
Se le mettete assieme potrà scaturire un quadro abbastanza chiaro delle politiche economiche e industriali di questi anni.
Ne sortirà anche un chiaro impegno e un ruolo fondamentale del coaching nel cambiamento morale ed esistenziale di questa transizione confusa e troppo spesso irresponsabile.

Il Tempo del Coaching

Segnalo la pubblicazione di un mio nuovo articolo su Netmanager.it. Ecco il titolo del pezzo e l'incipit:
Il Tempo del Coaching
Quanto tempo deve durare la mia sessione di coaching? Se ne raccontano di tutti i colori in proposito, ma non ha senso definire un tempo standard...

08 marzo 2005

Bonjour Paresse

Solo oggi vengo a conoscenza di quello che si è rivelato un fenomeno editoriale in tutto il mondo.
Con oltre 300000 copie vendute nella sola Francia e la traduzione in più di 20 paesi il libro Bonjour Paresse ha garantito alla sua autrice Corinne Maier dei validi argomenti per non varcare probabilmente più le porte dell'Enel francese.
Mi prometto di procurarmi di prima mano le argomentazioni di Corinne, anche perché da una lettura superficiale delle recensioni e interviste presenti in rete ritrovo molti dei messaggi che in quest'ultimo decennio mi sono trovato io stesso (e probabilmente altri con e prima di me) a esprimere: per citare solo gli ultimi Dal baratto alla post-economia, Missing Culture e Il tempo per sé (sulla stessa lunghezza d'onda quelli di Manager Zen). In terra francese esiste anche quello che potrebbe essere considerato un precursore dell'atteggiamento della nostra autrice, Eric Albert.
Fuori dalla segnalazione, una domanda resta aperta - ed è la prima a cui andrò a cercare risposta nel libro: "La prospettiva di Corinne è ecologica, ovvero ecosistemica?"
Se così non fosse finirebbe per costituire il controcanto del sistema che tanto sagacemente e spiritosamente critica, finendo per inaugurare, non tanto il post-capitalismo, ma un neo-parassitismo a sacche differenziate.
Insomma, dopo la reazione il progetto: un nuovo senso dell'azione e del pensiero.
Comunque, brava Corinne!